Da Marte – ehm, volevo dire… – dall’Austria ci arriva la testimonianza di uno dei tanti meteorologi o scienziati dell’atmosfera italiani che lavorano all’estero. Forse l’avete già letta nei commenti, ma vogliamo dargli maggiore visibilità, sperando anche di riceverne altre.
Marco Milan, Università di Vienna:
Dopo la laurea ed un’esperienza di lavoro biennale in Italia ho deciso di guardarmi un po’ intorno e ho trovato un posto di dottorato in Germania. Mi hanno preso (come si usa all’estero) senza concorso, il mio supervisore ha deciso che gli andavo bene, si è assunto le responsabilita del caso ed io sono partito.
Dopo il PhD ho avuto contratti, sempre a tempo determinato, in Germania e poi in Austria. Il problema di questo lavoro è la continua incertezza ma fino ad ora ho sempre avuto la fortuna di trovare qualcosa. Una cosa molto importante è che all’estero (almeno in Germania e Austria) in ogni contratto a tempo determinato vengono pagati tutti i contributi, quindi i contributi pensionistici e anche un’assicurazione che copre il caso di disoccupazione. Nel caso in cui perdessi il lavoro ho un anno per cercarne un altro.
Per quanto riguarda i colloqui di lavoro una differenza che ho notato è che se sono chiamato per un colloquio all’estero mi rimborsano tutte le spese (nel giro di una settimana). Se dovessi fare un concorso in Italia non so come funziona, e questo è un deterrente per tutti i residenti all’estero (italiani e stranieri) che volessero venire a lavorare in Italia (anche se ci fossero posti).