cronache marziane

Da Marte – ehm, volevo dire… – dall’Austria ci arriva la testimonianza di uno dei tanti meteorologi o scienziati dell’atmosfera italiani che lavorano all’estero. Forse l’avete già letta nei commenti, ma vogliamo dargli maggiore visibilità, sperando anche di riceverne altre.

Marco Milan, Università di Vienna:

Dopo la laurea ed un’esperienza di lavoro biennale in Italia ho deciso di guardarmi un po’ intorno e ho trovato un posto di dottorato in Germania. Mi hanno preso (come si usa all’estero) senza concorso, il mio supervisore ha deciso che gli andavo bene, si è assunto le responsabilita del caso ed io sono partito.
Dopo il PhD ho avuto contratti, sempre a tempo determinato, in Germania e poi in Austria. Il problema di questo lavoro è la continua incertezza ma fino ad ora ho sempre avuto la fortuna di trovare qualcosa. Una cosa molto importante è che all’estero (almeno in Germania e Austria) in ogni contratto a tempo determinato vengono pagati tutti i contributi, quindi i contributi pensionistici e anche un’assicurazione che copre il caso di disoccupazione. Nel caso in cui perdessi il lavoro ho un anno per cercarne un altro.
Per quanto riguarda i colloqui di lavoro una differenza che ho notato è che se sono chiamato per un colloquio all’estero mi rimborsano tutte le spese (nel giro di una settimana). Se dovessi fare un concorso in Italia non so come funziona, e questo è un deterrente per tutti i residenti all’estero (italiani e stranieri) che volessero venire a lavorare in Italia (anche se ci fossero posti).

no web? no meteo

Verso il Monte Gennaio (Appennino Tosco-Emiliano)

Vi ricordate le Olimpiadi Invernali del 2006? Sembra passato un secolo, il Piemonte era l’ombelico del mondo e per l’occasione pullulava di meteorologi. Dal sito di Arpa (8 marzo 2006), qualche numero che testimonia il “grande impegno di  personale dell’Agenzia”:

  • 29.989 messaggi di alimentazione del sistema  INFO2006
  • 785 bollettini meteorologici specifici per le singole venue
  • 35 bollettini sullo stato della neve sulle piste
  • 70 bollettini nivologici e meteorologici dedicati all’area olimpica
  • Nei 10 uffici meteorologici situati nelle valli olimpiche sono state circa 4.400 le ore-uomo impiegate per l’erogazione dei servizi di previsione meteorologica, di rilevamento e distribuzione dei dati  osservati, di previsione nivologica, di valutazione dello stato della neve  sulle piste, di esecuzione di briefing con i capisquadra (circa 16 per ogni  competizione outdoor), di mappatura termica delle piste di fondo.

Poi si allontanano i riflettori, i soldi svaniscono, la politica si dimentica, la crisi… In pochi anni, quello che succede lo possiamo immaginare. Anche perché lo stesso copione si replica su molti palcoscenici, non è certo prerogativa del Piemonte. I contratti a termine si sciolgono come neve al sole, senza prospettive. La retorica politica invoca “il taglio delle spese correnti e il rilancio degli investimenti”, suona bene, no? Continua a leggere

che il cielo ci assista

Ogni due giovani laureati che emigrano, ne rientra uno solo.

Ne parla sul suo blog Sergio Nava, giornalista di Radio24, riferendosi alle statistiche allarmanti pubblicate dall’Istituto di Statistica. Sicuramente per un giovane che voglia lavorare nel campo della Meteorologia, la tentazione di andare all’estero è molto forte. Manca un Servizio Meteo Nazionale che funzioni da catalizzatore per la ricerca di settore, che dialoghi alla pari anche sul piano scientifico con i grandi Uffici Meteo europei, che definisca linee operative strategiche, che assuma una leadership riconosciuta di coordinamento, che dia solide prospettive di occupazione. In questo quadro, si naviga necessariamente a vista, alla caccia di risorse che affiorano e sprofondano secondo schemi imprevedibili.

Nella frammentazione, ciascuno nel suo piccolo fa il suo onesto mestiere, Aeronautica Militare, Protezione Civile, Centri Funzionali, Regioni, Arpa… Ognuno per sé però, e che il cielo ci assista!